«Io sono il pane della vita»
La folla raggiunge Gesù a Cafarnao. Il prodigio del “profeta” li ha saziati e, al contempo, ha suscitato stupore e domande. Parte di qui la paziente e autorevole catechesi di Gesù per aiutare i suoi interlocutori a spingersi oltre il “segno” materiale dei pani e a credere in lui (Vangelo). Hanno consumato un pane che si corrompe, anèlino ora al cibo incorruttibile; la benevolenza divina ha nutrito con la manna il popolo ribelle nel deserto (I Lettura), ma il pane che dà il Figlio dell’uomo è per sempre. Lui è il vero pane, dono del Padre, che salva e immerge nella vita divina chi lo accoglie e crede in lui. La fede è la porta per accedere al suo mistero. «Mistero della fede!» proclama la Chiesa nel cuore della celebrazione eucaristica. Ci è chiesto di sospendere l’attività della ragione, di deporre i pensieri vani e le passioni ingannevoli (II Lettura), per trasferire ogni affetto dell’animo negli umili segni del pane e del vino, in cui c’è l’Uomo-Dio in persona e l’intera opera della nostra redenzione. Davanti al mistero eucaristico s’infrange la sapienza del mondo: ad esso attingono “alimento” la fede del credente e “luce” lo spirito di chi contempla e adora.