Giudicati sull'amore
l tempo ordinario si conclude con una solennità il cui nome, all’orecchio di alcuni, potrebbe suonare un po’ strano. Perché dare a Gesù Cristo il titolo di Re? Forse è una domanda che ci poniamo anche noi. Questa ricorrenza liturgica sembra stridere con il nostro modo consueto di pensare ai re e ai potenti.
E non basta che quanti vengono investiti da tali onori, solitamente affermino che ciò sia, prima di tutto, un onere, un servizio. La storia, infatti, insegna che spesso, questi buoni propositi, non vanno oltre a semplici “spot”, senza convertire l’esistenza di chi è chiamato a compiti di guida e di potere.
Come in tutte le cose, allora, ecco che c’è la necessità di un esempio perfetto, indefettibile e assoluto ed ecco perché la liturgia non cambia il nome a questa solennità: dove sta la vera regalità? Sta nel servizio al cuore dell’uomo, alle sue necessità, perché, come direbbe san Tommaso d’Aquino, non si può non amare chi Dio ama. Il giudizio sull’amore non è questione di verifica successiva, ma di conversione continua al modo vero di regnare nella vita. Dopo tutto, è vero che noi ci ricordiamo nella vita di chi ci ha voluto bene!
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