Dona e sarai dono
Oggi il Vangelo ci parla di un padrone che ha piena fiducia dei suoi servi. Conosce le capacità di ogni singolo servitore e si fida ciecamente di ciascuno. A ognuno consegna dei talenti; a chi cinque, a chi due, a chi uno. È chiaro il significato del racconto: non è il molto o il poco ciò che conta, ma il mettere a frutto tutto quello che Dio, l’unico Padrone e Signore, affida a ciascuno. Al battezzato è richiesta una responsabilità attiva che si misura con il parametro della lealtà. Dio non teme di consegnarci «i suoi beni» che sono da amministrare secondo la logica del tutto. Infatti, chi risponde con «tutto sé stesso» a Dio diviene, per mezzo di Cristo, «proprietà di Dio». Senza paura, anzi, con la sincera furbizia dei santi, il cristiano deve promuovere gli interessi del Signore che chiede una risposta piena da parte di ognuno. Il dono ricevuto è proprietà di Dio e non è da nascondere, ma va fatto fruttificare con onesta scaltrezza, perché divenga dono anche per gli altri. È così che il battezzato si manifesta al mondo come vero “figlio della luce”, lui stesso “dono” di Dio per la crescita del suo Regno.
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