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PARROCCHIA SS. ANGELI CUSTODI - Diocesi di Roma

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Siamo nati e non moriremo mai più!

Siamo nati e non moriremo mai più! E’ questo il titolo di una biografia su Chiara Corbella Petrillo, una giovane mamma andata in cielo a 28 anni il 12 giugno 2012, per poter salvare la vita del suo figlio nascente. E’ un titolo inventato da due amici stretti di Chiara ed è stato ispirato dalle sue parole e dalla sua vicenda. Tale titolo si addice bene alla storia del Vangelo di questa domenica.

Il fatto della risurrezione di Lazzaro è la prova generale che prepara a quella di Gesù. Ma è anche una prova specialissima, completamente diversa dalle prove teatrali dove ciò che si fa può sembrare realtà ma non lo è. Ma anche nel giorno dello spettacolo, sì, si può ridere o piangere, ammirare o criticare, ispirare o deludere, ma quello che avviene rimane una non-realtà.

Ecco la differenza. La risurrezione dell’amico di Gesù è una realtà ed una verità che stordisce, che ci lascia a bocca aperta, alla quale si fa fatica a credere, che si crede magari anche irreale, ma che ci fa anche commuovere, come le lacrime di Gesù che hanno mostrato l’amore grande di Dio per i suoi amici. Ci verrà ricordato tra qualche giorno: “Non c’è amore più grande di…”.

Ma è stato tutto vero! Erano passati ormai quattro giorni. I pianti, il dolore del distacco definitivo dall’amato fratello e amico, non erano di grande aiuto per poter immaginare un simile capovolgimento della situazione. Marta e Maria c’erano arrivate vicino: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”.

Noi la chiamiamo morte e Gesù è stato forzato ad usare questa parola: “Lazzaro è morto”, con chi era abituato a vedere la distruzione definitiva della vita. Ma, Gesù, la Verità, usa invece una parola che noi utilizziamo spessissimo ma che ancora non ci è entrata nella testa: “Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo.” Ed infatti cimitero significa proprio questo: luogo degli addormentati, dormitorio. Quale più serenità ci potrebbe dare questa parola di fronte a situazioni che rigano di lacrime i nostri volti!

L’altra realtà, non tanto consona al nostro modo di pensare: “Chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”. Tradotto, vuol dire: Siamo nati e non moriremo mai più!

E Gesù domanda, qui nel Vangelo, e a noi, credenti di oggi, che ci stiamo preparando alla Pasqua, con mezzi di purificazione necessari per poter comprendere e vedere al di là delle apparenze: “Credi questo?”.  Che gli diciamo?

Ci aiuta S. Paolo (II Lettura): “E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali…”.

Un’altra realtà: “Gesù scoppiò in pianto”, “Guarda come lo amava!”. Come ci consola questo segno dell’umanità del Signore! Gesù piange per i suoi amici! “Non vi chiamo più servi ma amici!”. Un grande segno di affetto più che di dolore.

Avrà mai pianto Gesù per noi? E perché? La sua Madre, tante volte. Perché?

p. GP